Primo scenario: in Spagna, a giugno, l’inflazione è scesa sotto il 2% (1,9%).
Secondo scenario: in Germania, invece, è salita al 6,8%, dal 6,3% di maggio.
Terzo scenario: negli Usa, dopo i buoni dati del 1° trimestre, è stato rivisto al rialzo il PIL, portato al 2% (dall’1,4%).
Quarto scenario: sempre negli Usa, le nuove richieste del sussidio di disoccupazione sono calate a 239.000, contro le 265.000 della settimana precedente (il consensus era di 264.000).
Quattro rappresentazioni che possono aiutarci a capire quanto possa risultare complicato, da parte degli organismi monetari, assumere decisioni, se continuare a premere il piede sul pedale del rigore o, invece, iniziare ad alzarlo, per dare forza alla ripresa.
Negli Usa, in realtà, le cose lasciano poco spazio ai dubbi:l’economia appare in buona salute, nonostante la FED abbia portato i tassi a 5,25%, con il mercato del lavoro che non da segni di debolezza e continua a sostenere i consumi. Appare, quindi, scontato che il Presidente FED, Jerome Powell, “tirerà” dritto, con forse 2 nuovi rialzi entro l’anno. E certamente non lo “scrollerà” da queste certezze il fatto che l’inflazione, negli Usa, oramai sia intorno al 4%, ben inferiore alla media europea.
Ben diversa la situazione in Europa. Al di là del dato oggettivo di un’inflazione ancora sostenuta (oggi avremo conferma dei dati dell’area UE), i dati dei singoli Paesi confermano una situazione ben diversa tra un Paese e l’altro.
Più di un’ombra si addensa sulla Germania, storicamente l’economia più forte in Europa, oggi costretta a fare i conti con la recessione (per quanto per ora solo “tecnica”) e un’inflazione che anziché scendere gira al rialzo. Peraltro, per completezza di informazione, va detto che l’aumento dei prezzi è dovuto in parte al fatto che sono venuti meno gli sgravi decisi, giusto un anno fa, dal Governo, che aveva tagliato le tasse sui carburanti e introdotto un abbonamento per i trasporti pubblici che permetteva di viaggiare per tutto il Paese a soli € 9 mese (ora ne è stato promulgato uno nuovo, però al costo di € 49 mese).
In Spagna, invece, di fatto è come se fosse stato raggiunto l’obiettivo “target” dell’inflazione al 2%, con i prezzi saliti solo dell’1,9% su base annua. Numeri non casuali, in parte dovuti alla decisione del Governo (rinnovata proprio in questi giorni per altri 6 mesi) di abolire l’Iva su molti prodotti alimentari, oltre che agevolazioni sul trasporti pubblico. Al netto dei prezzi dei prodotti più volatili (energia e alimentari), l’inflazione passa al 5,9% dal 6,1% di maggio.
Oggi sono attesi, oltre a quelli europei, anche i dati della Francia, con attese di un’ulteriore arretramento della media dei prezzi (anche se in quel Paese forse oggi il problema principale non è l’inflazione ma l’ordine pubblico).
Anche in Europa, comunque, la strada sembra segnata, con la Lagarde che difficilmente cambierà idea rispetto al nuovo rialzo già calendarizzato per luglio. Anche se sempre di più dovrà fare i conti e mediare con chi chiede a gran voce (Italia in testa) che rallenti il ritmo.
Si chiude oggi il primo semestre dell’anno, a dire il vero non avaro di soddisfazioni per gli investitori, con alcuni indici con performance a 2 cifre (Nasdaq su tutti: sui livelli attuali sarebbe la miglior performance di periodo dal 1983). A deludere, invece, la Cina, con Shanghai e Hong Kong “fanalini di coda”.
Questa mattina, tra i mercati del Pacifico, primeggia Shanghai, in rialzo dello 0,61%.
Al momento rimango, seppur frazionalmente, sotto la parità il Nikkei e Hong Kong, rispettivamente – 0,17% e – 0,22%.
Futures anche oggi positivi ovunque, con rialzi tra lo 0,20 e lo 0,30%.
Petrolio senza particolari guizzi, con il WTI a $ 69,98.
Gas naturale Usa a $ 2,689 (- 0,56%).
Oro “piatto”, a $ 1.913.
In leggero indebolimento lo spread, a 165,2 bp.
Btp al 4,09%.
Accelera anche il rendimento del bund, che si porta al 2,41%.
Treasury al 3,84%: l’idea che la recessione non sarà un problema, non deprimendo gli utili aziendali e i dividendi distribuiti, porta gli investitori a vendere i titoli governativi, facendone aumentare il rendimento.
Ulteriore rafforzamento per il $, che si porta a 1,089 verso €.
Bitcoin a $ 30.616, dopo che nella notte aveva superato i $ 31.000.
Ps: inizia domani il Tour de France, la gara ciclistica più famosa e importante al mondo, vero e proprio “spot” per il ciclismo, con un budget che oramai supera i 200ML €. Solo 7 gli italiani al via, mai così pochi da 40 anni a questa parte. Se lo sport è lo specchio di un Paese, non si può certo dire che l’Italia sia in un momento di splendore…